La lettera arrivò con la distribuzione del pomeriggio. Il postino posò prima sul banco, come al solito, il fascio versicolore delle stampe pubblicitarie; poi con precauzione, quasi ci fosse il pericolo di vederla esplodere, la lettera: busta gialla, indirizzo a stampa su un rettangolino bianco incollato alla busta.
– Questa lettera non mi piace – disse il postino.
Il farmacista levò gli occhi dal giornale, si tolse gli occhiali; domandò – Che c’è? – seccato e incuriosito.
– Dico che questa lettera non mi piace. – Sul marmo del banco la spinse con l’indice, lentamente, verso il farmacista.
Senza toccarla il farmacista si chinò a guardarla; poi si sollevò, si rimise gli occhiali, tornò a guardarla.
– Perché non ti piace?
– E’ stata impostata qui, stanotte o stamattina presto; e l’indirizzo è ritagliato da un foglio intestato della farmacia.
– Già – constatò il farmacista: e fissò il postino imbarazzato e inquieto, come aspettando una spiegazione o una decisione.
– E’ una lettera anonima – disse il postino.
– E’ una lettera anonima” fece eco il farmacista. Non l’aveva ancora toccata ma già la lettera squarciava la sua vita domestica, calava come un lampo ad incenerire una donna non bella, un po’ sfiorita, un po’ sciatta, che in cucina stava preparando il capretto da mettere al forno per la cena.
– Qui il vizio delle lettere anonime c’è sempre” disse il postino. Aveva posato la borsa su una sedia, si era appoggiato al banco: aspettava che il farmacista si decidesse ad aprire la lettera. Gliel’aveva portata intatta, senza aprirla prima (con tutte le precauzioni, si capisce), fidando sulla cordialità e ingenuità del destinatario: ‘se l’apre, ed è cosa di corna, non mi dirà niente; ma se è minaccia o altro, me la farà vedere’. Comunque, non sarebbe andato via senza sapere. Tempo ne aveva.
Leonardo Sciascia
A ciascuno il suo. Einaudi, Decima edizione, 1979 [Prima edizione, 1966]
No hay comentarios:
Publicar un comentario